99 colombe per l'Abruzzo

>> martedì 30 marzo 2010

Per vicissitudini personali che mi portano spesso ad essere lontana dal blog, anche questa volta arrivo con forte ritardo ad aderire ad un'iniziativa che, anche se non personalmente, mi tocca da vicino. Il terremoto abruzzese l'ho vissuto da lontano- ero in Giappone in quel periodo- ma dal primo momento il mio pensiero è andato agli sfollati, a chi aveva perso una casa o più tragicamente una persona cara. Da Tokyo sono rimasta ogni giorno incollata al computer a seguire i notiziari e vedere quelle immagini di devastazione mi ha fatto restare insonne per molte notti.
Io sono figlia del terremoto avvenuto in Umbria nel 1997, avevo 12 anni allora, ma ricordo molto bene il senso di smarrimento e di paura che mi ha accompagnato per un lungo anno e mezzo. Ancora adesso, in presenza di un sisma, le mie gambe diventano di pietra. Ironia della sorte, il paese dove vorrei andare un giorno a vivere, è il primo per quotidianità di sismi.
Voi blogger più esperti di me avete ormai pubblicizzato la straordinaria iniziativa in lungo e in largo, ma nel mio piccolo mi rivolgo agli amici e alle persone che mi leggono e che magari vorrebbero contribuire a dare una mano ma non sanno ancora come fare. Mi piace pensare che anch'io, con il mio nenonato blog, possa dare una piccola mano.
Intanto volo a fare il mio ordine e a scrivere due righe a Mara, fa nulla se verrà evaso dopo Pasqua, anzi mi auguro che le richieste possano essere copiose anche passato il periodo pasquale.

Fate il pane, non fate la guerra!

>> martedì 2 marzo 2010

Se anche a voi capitano quelle giornate in cui nulla si salva dall'andare storto e vi ritrovate a mormorare come un mantra voglio cambiare continente, prima di cominciare a prendere a testate il muro o meditare intenti suicidi verso il vostro capo/partner/famiglia/persone sconosciute, fate il pane! Vi ho detto che ho iniziato da poco a lavorare giusto? Ebbene, non c'è sera in cui io non torni con il nervoso, a volte la gente con cui tratto mi fa proprio andare
fuori di testa. Ieri sera ero particolarmente su di giri, quindi mi sono sfogata sulla ciotola di poolish tenuta in caldo da due giorni. Il risultato? Se il pane mi viene così buono ogni volta che ho la luna storta mi ci abbono!


120g di farina O
900g di farina manitoba
1 cucchiaio di lievito disidratato
acqua tiepida q.b.

In una ciotola mescolate insieme 60g di farina O con 1 cucchiaio di lievito disidratato. Aggiungete acqua tiepida quanto basta a formare una pastella sostenuta (simile a quella per friggere per capirci) coprite e dimenticate il tutto per 12 ore. Ripendete il tutto e aggiungete i rimanenti 60g di farina O e formate una nuova pastella e dimenticatevene per altre 12 ore.
Quando andrete a riprendere l'impasto vedrete che la superficie si sarà riempita di bolle, segno che la lievitazione sta andando per il verso giusto. Adesso arriva la parte divertente.
Su una spianatoia, formate una fontana con la manitoba e al centro versatevi il lievitino. Pian piano aggiungete altra acqua tiepida e cominciate ad impastare finché il vostro impasto non avrà preso consistenza. Dividetelo in due e cominciate a lavorare le due parti: impastate e sbattete con forza, fingendo che siano la testa del vostro capo o delle persone con cui ce l'avete a morte-aiuta!- così la pasta diventerà mano mano più soffice e malleabile. Copritele poi con un canovaccio e lasciatele lievitare fin quando avranno raddoppiato di volume.
Date poi la forma di due filoni, incideteli con un coltello affilato e lasciateli al caldo a lievitare un altro paio d'ore (io di solito lo faccio per tre ore). Nel frattempo scaldate il forno a 180 gradi con una ciotolina d'acqua all'interno (aiuta l'umidità e evita che il pane si secchi in cottura), poi tutto dentro per un'ora. A questo punto avrete due bei filoni di pane e il vostro stress sarà drasticamente diminuito.